La trama popolare della democrazia italiana

I limiti dell’azione delle forze politiche

“Queste cose nuove certo emergono non senza contrasti, non senza difficoltà, non senza eccessi, non senza momentanei squilibri. Ma è questo il compito della nostra epoca. Il tema dei diritti è centrale nella nostra dialettica politica. Di fronte a questa fioritura la politica deve essere conscia del proprio limite, pronta a piegarsi su questa nuova realtà, che le toglie la rigidezza della ragione di stato, per darle il respiro della ragione dell’uomo”.

(Aldo Moro, intervento al XIII congresso della DC, 20 marzo 1976)

Il dialogo con gli italiani

Il progresso inarrestabile

“Il moto di progresso che caratterizza l’Italia di oggi è peraltro inarrestabile, o che si tratti di elevare socialmente e politicamente ceti troppo a lungo mortificati, o che si tratti di collocare in una posizione nuova campagna e montagna, o che si tratti di rendere giustizia al Mezzogiorno, al quale deve essere consentito di utilizzare senza sprechi (…) le sue risorse umane per una vita, non meno di altre, prospera e civile. Questi obiettivi generali e tra loro coerenti ci proponiamo dunque, facendo del loro efficace perseguimento il banco di prova della validità di un modo democratico di guidare la società e di far vivere lo stato”

(Aldo Moro, Discorso di inaugurazione della Fiera del Levante, Bari, settembre 1967)

Capacità valori e significati degli italiani

Le istanze provenienti dalla società

“Parliamo, giustamente preoccupati, di distacco tra società civile e società politica e riscontriamo una certa crisi dei partiti, una loro minore autorità, una meno spiccata attitudine a risolvere, su basi di comprensione, di consenso e di fiducia, i problemi della vita nazionale (…) Noi vogliamo corrispondere sì, capendo e facendo, all’inquieta richiesta della nostra società, ma ostruiamo poi contraddittoriamente i canali che potrebbero portarne nel partito, proprio nel partito, quella carica di vitalità e di attesa che è pure nel nostro paese. Sicché essa finisce per riversarsi altrove, mettendo in crisi la funzione dei partiti, i quali sovente fronteggiano dall’esterno, senza un’esperienza interiore vissuta del dramma sociale del nostro tempo, le situazioni che si presentano e spesso si esauriscono senza autorevole mediazione, nella società civile”.

(Aldo Moro, intervento al Consiglio Nazionale DC, 18 gennaio 1969)

Capacità valori e significati degli italiani

Un equilibrio nuovo

“Siamo consapevoli del fatto che il ritmo di vita in questa epoca è estremamente veloce, che profonde trasformazioni sono in corso in Italia e nel mondo, che si fa strada a fatica, ma in modo ormai irresistibile e ponendo il problema urgente di un equilibrio nuovo, l’idea del valore di tutte le persone, del diritto di tutti i popoli, della giustizia sociale nelle nazionali, della eguale dignità delle nazioni, della loro cooperazione sempre più stretta, di una autorità universale, di una pace emergente, sullo sfondo di una inaccettabile guerra distruttiva della civiltà, come un’appassionata richiesta della coscienza morale dell’umanità. Questa società, che noi dobbiamo rettamente amministrare, con fermezza ed insieme con discrezione e rispetto, cambia dunque sotto i nostri occhi e progredisce, nonostante lacerazioni, compromessi, involuzioni, ciniche forme d’indifferenza, mossa da un’alta e nobile ispirazione morale. E’ l’uomo che qui, come in ogni continente, anche il più remoto e diverso, vale sempre di più, chiede di valere sempre di più, non accetta la miseria, l’ignoranza, la sopraffazione”.

(Aldo Moro, intervento alla Camera dei Deputati, 3 marzo 1966)

Il dialogo con gli italiani

Uno sviluppo maggiore per tutti

“Eppure bisogna che qualcuno rallenti il passo per permettere agli altri di avanzare un po’ di più e di colmare le distanze. Ecco perché dobbiamo talvolta dire ‘no’ a richieste anche legittime ma in fatto incompatibili con l’esigenza dello sviluppo ordinato del paese. Dobbiamo usare la ricchezza di cui disponiamo in modo intelligente e razionale per creare nuova ricchezza. Abbiamo detto dunque ‘no’ e diremo ancora ‘no’ non per disattenzione, ma dando al nostro rifiuto il significato della richiesta indispensabile di qualche temporanea rinuncia per fare una giustizia più vera, per realizzare uno sviluppo maggiore per tutti”.
(Aldo Moro, discorso alla Fiera Nazionale dell’Agricoltura, Foggia, 30 aprile 1966)